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Che cosa c’è in un nome? Molto rumore per la particella di D-o

Roberto Battistini e Michael Schulman, Ph.D.

Il 4 luglio 2012, su tutti i principali media, è apparsa la notizia che al Cern di Ginevra è stato individuato il Bosone di Higgs, la sfuggente particella che dovrebbe spiegare come tutte le cose nell'universo abbiano una massa, denominata erroneamente “particella di D-o”.

Il bosone di Higgs: particella di D-o o particella?

L'attuale notizia, che gli scienziati abbiano trovato una valida prova dell'esistenza di questa particella,  è stata data nell’ambito dell’International Conference on High Energy Physics (Ichep) in corso in questi giorni a Melbourne (Australia). La rivelazione a livello scientifico è di portata storica e, se confermata, darà luogo a un ulteriore passo avanti della fisica, oltre a diversi riconoscimenti. 
 
Siamo di fronte a una rivelazione che razionalizza e adombra l’opera del Creatore o al contrario la conferma, esaltandone la grande valenza spirituale? 
 
Che cos’è il bosone di Higgs?
La sua esistenza era stata teorizzata quarantotto anni fa dallo scienziato inglese Peter Higgs, nell’ambito di un modello fisico in cui si immagina un campo che permea lo spazio, pieno di particelle che a loro volta sarebbero vettori di massa. Le varie particelle elementari, secondo questa teoria, attrarrebbero più o meno bosoni di Higgs, di fatto incrementando o meno la loro massa.
 
Il bosone di Higgs è noto al grande pubblico come "Particella D-o",  nome conferito da Leon Lederman nel volume divulgativo "The G-d Particle: If the Universe Is the Answer, What Is the Question?", pubblicato nel 1993. Tale definizione, tuttavia, è nata dalla censura dell'editore, che cambiò il soprannome originario di "Particella maledetta" (G-d damn particle), in “particella D-o” (G-d particle).
A sua volta, la traduzione dall'inglese all'italiano ha peggiorato la situazione, aggiungendo un ulteriore errore alla censura, trasformando "particella D-o" in "particella di D-o”. 
 
Secondo la teoria cosmologica prevalente, nei momenti iniziali dopo il Big Bang il campo di Higgs avrebbe subìto un processo di addensamento di massa, chiamato scientificamente “condensazione tachionica”, acquisendo una propria consistenza e di fatto permeando lo spazio vuoto dell’universo in qualsiasi istante.
 
Un concetto già sentito? Che cosa ci dice la Torah?
Ancora una volta la Kabbalah interviene direttamente, quando si parla di origini della creazione.  Il Creatore, nella Kabbalah descritto come “Ein Sof” (Senza limite), ha tratto qualcosa di finito dall’infinito.
 
Mentre alcuni testi cabalistici per spiegare questa dinamica si soffermano, nel ragionare, su una graduale contrazione del Potere Divino in una sorta di flusso diretto a questo mondo finito, raggiungendo al termine del processo un livello di occultamento totale in questo mondo materiale, Rabbi Isaac Luria, denominato “Arizal”,  presenta un’interessante ma diversa visione. Secondo lo stesso Arizal,  c’è stato un salto di qualità dalla Luce Divina infinita all'esistenza spirituale finita e ai reami fisici. D-o ha attuato questo processo mediante una contrazione e un occultamento (Tzimtzum) nel mezzo della stessa Luce infinita.
 
Approfondendo il suo “modello spirituale”, originariamente si può scoprire come nella fase iniziale della Rivelazione, la manifestazione prevalente era quella della luce infinita divina (Or Ein Sof). Contenuta però all'interno della Or Ein Sof in modo più sublime si trova la possibilità di finitezza, inizialmente in uno stato indistinto dalla stessa manifestazione potente della Or Ein Sof. Per far sì che avvenisse la creazione finale è stato necessario in qualche modo creare un luogo dove la Luce infinita potesse essere celata, creando così un vuoto per la luce finita. 
 
Si può tracciare un'analogia con un raggio di luce proveniente dal sole. Mentre è nel sole, il raggio non ha un'identità indipendente, perché è completamente integrato nella luce più grande del sole stesso. Solo quando il raggio ha lasciato il sole può essere riconosciuto e percepito come identità indipendente.
 
Questo occultamento di Or Ein Sof viene chiamato dall'Arizal “Tzimtzum HaRishon”. Questo “primo” Tzimtzum è stato il più radicale, nel senso che è stato il salto quantico che ha portato alla definizione del finito. 
 
E’ possibile pertanto fare un primo confronto con il fenomeno iniziale dell’addensamento dei bosoni, secondo il “modello fisico” di Higgs.
Infatti, il meccanismo teorizzato da Higgs è in grado di dare massa ai bosoni di “gauge”, che in fisica rappresentano particelle elementari che hanno il compito di trasportare “le forze fondamentali della natura”, garantendo la compatibilità con le teorie di “gauge”.
 
Ma guardiamo meglio che cosa significa la condensazione tachionica. Nella teoria quantistica dei campi un tachione è un quanto (cioè una quantità discreta e indivisibile di una certa grandezza) di un campo tachionco. L'esistenza di una particella simile comporta l'instabilità dello spazio-tempo, poiché l'energia del puro spazio vuoto presenta un massimo instabile piuttosto che un minimo stabile con particelle esistenti. Questo riempimento dello spazio vuoto con particelle viene chiamato "condensazione tachionica". Il meccanismo di Higgs è un esempio elementare, ma importante, per capire che una volta che il campo tachionico ha raggiunto il potenziale minimo, cioè ha subito il processo di condensazione, i suoi quanti non sono più tachioni ma bosoni di Higgs, che hanno massa positiva.
 
Questo cambiamento è concettualmente analogo al salto quantico della creazione identificato nel Tzimtzum HaRishon.
 
L’astrofisica Margherità Hack, definendo come "molto importante" la prova dell'esistenza della particella elementare capace di generare materia, ha precisato “Quella particella è D-o”. Il concetto è ovviamente improprio, ma occorre chiarire che senza quel minuscolo frammento di materia teorizzato dal fisico scozzese, tutte le particelle elementari dell'universo sarebbero infatti state prive di massa. Ma la massa è sorgente di forza di gravità. E senza la forza di gravità descritta da Newton non ci sarebbe la forza di attrazione che tiene unita la materia, che crea le stelle e ogni oggetto orbitante nel sistema solare e nelle galassie, non ci sarebbe pertanto alcun luogo per le creature viventi di condurre la propria esistenza in termini "naturali". Il bosone di Higgs che il Cern sta cercando di scoprire produce la massa con cui i sistemi nell'universo sono tenuti insieme dalla gravità.
 
Questa stessa particella, analizzata secondo la mistica ebraica, diventa “testimone” di D-o e ne dimostra l'esistenza ovunque, anche nelle più infinitesime dinamiche che reggono l'universo, e che la fisica di oggi sta scoprendo. 
 
Autori:
 
Fonti:
  • Repubblica “Scoperto il bosone di Higgs
  • Tzimtzum, da The Key of Kabbalah di Rav Nissan Dovid Dubov. 
  • Erasmo Recami, I tachioni, in Scienza & tecnica 73. Annuario della EST, Milano, Edizioni scientifiche e tecniche Mondadori, 1973, pp. 85–94
  • "Einstein-Podolsky-Rosen Correlations of Spin Measurements in Two Moving Inertial Frames", J. Rembielinski, K. Smolinski , Phys. Rev. A 66, 052114 (2002)
  • "Tachyons and the preferred frames" J. Rembielinski, Int.J.Mod.Phys. A12 (1997) 1677-1710
  • Higgs Peter (2007). "Prehistory of the Higgs boson". Comptes Rendus Physique 8: 970-972. doi:10.1016/j.crhy.2006.12.006
  • C. Csaki and C. Grojean and L. Pilo and J. Terning (2004). Gauge theories on an interval: Unitarity without a Higgs. Physic Review D69: 055006.

Pubblicato lunedì 9 luglio 2012 alle 17:02:57

 
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