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Perchè D-o non ha creato il mondo parlando una volta?

R. Michael Nazrolai

All'inizio D-o disse: “... sia Luce...”, e, per ben dieci volte, D-o pronunciò una frase seguendo un ordine ben preciso, e così dal nulla creò il mondo intero. Leggendo Bereshìt, ci appare immediatamente strano che D-o nella sua infinita sapienza abbia dovuto formulare ben dieci pensieri per creare il mondo, quando avrebbe potuto farlo con una sola parola.

Bereshìt significa “all'inizio”, cioè la creazione del mondo. All'inizio D-o disse: “... sia Luce...”, e, per ben dieci volte, D-o pronunciò una frase seguendo un ordine ben preciso, e così dal nulla creò il mondo intero.

Leggendo Bereshìt, ci appare immediatamente strano che D-o nella sua infinita sapienza abbia dovuto formulare ben dieci pensieri per creare il mondo, quando avrebbe potuto farlo con una sola parola.

I Pirké Avòt (5,1) ci danno una spiegazione: “Per punire maggiormente i malvagi che rovinano un mondo creato con Dieci Frasi e dare una congrua ricompensa ai giusti che sostengono il mondo creato con Dieci Frasi”.

Questa risposta, però, non fa altro che confonderci le idee. D-o rappresenta l'amore supremo, il perdono senza secondi fini, è possibile che Egli nel suo più grande atto d'amore verso l'uomo, a cui proprio a Bereshìt ha concesso la vita, avesse già pensato alla sua punizione?

È vero che D-o è un giudice inflessibile verso chi sbaglia, ma è soprattutto vero che ci concede sempre la possibilità di fare teshuvà e rettificare le nostre azioni.

Infatti, nella prima parte della frase dei Pirké Avòt si parla della punizione dei malvagi, ma nella seconda si fa risaltare la ricompensa che i giusti meritano quando osservano l'ordine che D-o ha stabilito.

C'è da sottolineare che il termine “punire”, (lehipparà) in ebraico significa anche “pagare un debito”: chi trasgredisce ha un debito verso il mondo. Creando il mondo con dieci frasi, D-o ha voluto ancora una volta premiare l'uomo, sicuro che prima o poi farà teshuvà e tornerà sulla giusta strada, si troverà ad aver rettificato un mondo che ha più valore, poiché costruito con dieci frasi e non con una.

Proprio queste persone, i Baalé Teshuvà (una persona che ha fatto peccati e poi si pente) saranno premiati ricevendo una ricompensa maggiore di quella dei Giusti, perché D-o guarda la fatica che facciamo per vivere la Torà.

Per questo motivo il Ràmbam afferma che “i Baalé Teshuvà raggiungono dei livelli spirituali a cui nemmeno gli Tzaddikìm riescono ad arrivare” (Hilkhòt Teshuvà 7;4).


Fonte: "Gocce di Nettare", 2003

Pubblicato domenica 24 luglio 2011 alle 10:23:00

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