Dopo secoli di persecuzioni, di pogrom e di violenti atti di antisemitismo, attuati anche dal regime comunista, nella mattinata di giovedì è stato aperto a Mosca il nuovo Museo Ebraico e Centro di Tolleranza, promosso dalla Federazione delle comunità ebraiche della Russia, a cui è stato concesso l'edificio già nel 2001. La cerimonia ha visto la partecipazione di importanti cariche di stato israeliane e russe, tra cui il presidente Shimon Peres, il presidente della Federazione, Lev Leviev e il ministro russo degli Esteri, Sergey Lavrov.
Ancor prima dell'evento, il presidente Putin si è incontrato con il rabbino capo della Russia, Rav Berel Lazar, confermandogli esplicitamente come il nuovo museo utilizzando i più moderni metodi tecnologici, con i suoi 9.000 metri quadri di esposizione di manufatti ebraici ma anche con un percorso che parte dalla storia dalla creazione del mondo, passando per il dono della Torà, i Templi a Gerusalemme fino alla storia delle persecuzioni, sia un segno indelebile nella lotta contro l'antisemitismo.
"Questo museo è una dichiarazione eloquente dei principi di tolleranza nei confronti delle persone e della loro libertà" ha dichiarato Shimon Peres durante la cerimonia di inaugurazione, ribadendo come il museo sia un anello di congiunzione tra il passato e un cammino, colmo di speranza, verso il futuro dell'uomo. Anche il ministro russo ha ribadito il grande valore dell'evento, che riflette le relazioni amichevoli tra i due paesi, confermando la necessità di mantenere viva la memoria delle vittime della seconda guerra mondiale, vero prezzo della vittoria sul fascismo.