La Luce nel Buio: Una Lezione dalla Parashà e dalla Vita Reale
In un recente video, Rav Michi Nazrolai ci offre un insegnamento profondo che collega la Parashà a una storia straordinaria di fede e determinazione.
La Parashà ci racconta che Giacobbe, nonostante sia morto in Egitto, ha vissuto i migliori anni della sua vita proprio in quella terra infima e moralmente corrotta. Com'è possibile?
I nostri Maestri spiegano che Giacobbe trovò un'immensa gioia nel vedere i suoi figli mantenere le proprie tradizioni, studiare la Torah e praticarla con devozione, persino in un luogo così oscuro. Questo lo riempì di una felicità che non aveva mai sperimentato nemmeno nella Terra d'Israele.
Perché? Perché quando si affrontano le difficoltà e si riesce a illuminare il buio con una mitzvà, il suo valore diventa incomparabilmente più grande. La forza dell'identità ebraica, capace di emergere in ogni contesto, rappresenta una testimonianza del suo eterno legame con la Torah.
Una Storia di Determinazione e Fede
Rav Nazrolai racconta una vicenda moderna che incarna questa lezione:
Un ebreo russo, trasferitosi in America per affari poco leciti, finì in prigione. Non era un osservante, ma tra le mura della cella iniziò a riflettere sulla sua vita e chiese di incontrare un rabbino. Dopo un confronto sincero, decise di tornare sui suoi passi e chiese al rabbino di procurargli dei tefillin per poter pregare ogni giorno.
Per motivi di sicurezza, i tefillin venivano custoditi da una guardia, e ogni mattina l’uomo entrava nell’ufficio della guardia per indossarli. I suoi compagni di prigione (Rav Nazrolai li definisce ironicamente “i suoi amici”), molti dei quali antisemiti, iniziarono a picchiarlo ogni giorno dopo la preghiera. Nonostante le percosse, non smise mai di mettere i tefillin.
Un giorno, il capo dei detenuti gli rivolse una terribile minaccia: “Se metti ancora i tefillin, ti uccideremo.” Ma l’ebreo, con una determinazione incrollabile, continuò la sua preghiera. Uscendo dall’ufficio, si accorse che nessuno gli aveva fatto nulla. Il capo si avvicinò e gli disse:
“Da oggi in poi nessuno ti toccherà. Abbiamo visto il tuo coraggio e la tua fedeltà al tuo ebraismo. Ti rispettiamo.”
Il Messaggio
Questo episodio ci insegna che l’identità ebraica è destinata a perdurare, a brillare anche nei luoghi più oscuri, trasformando le sfide in opportunità di crescita spirituale.
Anche quando si tocca il fondo o ci si trova immersi nel buio, è proprio lì che si può scorgere una luce capace di trasformare tutto. Nei momenti di difficoltà, cerchiamo quella luce: la troveremo.
Se leggendo questo articolo ti sei sentito ispirato a mettere i tefillin o desideri confrontarti con un maestro, non esitare a chiamare Rav Michi Nazrolai al numero +39 3923295605.
📹 Guarda il video completo di Rav Michi Nazrolai qui: https://www.youtube.com/watch?v=dqqr9V-oaGE