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logo chabad text black 19/02/2025
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torah

Mitzvà del giorno: Obbedire alla corte suprema e alle autorità rabbiniche

Il primo comandamento di oggi è quello di obbedire alla Corte Suprema, il Sinedrio. Quando veniva emanata una legge dalla Corte Suprema, anche se ovviamente ci potevano essere degli opponenti all'interno del Sinedrio o altri saggi all'interno del popolo ebraico che si opponevano alla sentenza, alla decisione della Corte Suprema, era obbligo di ogni persona – anche i rabbini e i saggi che si opponevano – ascoltare, obbedire e comportarsi in conformità con questa decisione.

Il Sinedrio si occupava di tre categorie principali di legislazione:

  1. Tradizione orale – Molte delle mitzvot e dei precetti della Torah che osserviamo sono interpretazioni che D-O trasmise oralmente a Mosher Rabbenu, il quale le tramandò di generazione in generazione attraverso i saggi e il Sinedrio di ogni epoca. Queste interpretazioni devono essere accettate e rispettate da tutto il popolo ebraico, anche se possono esistere opinioni diverse e differenze nelle tradizioni.

  2. Esegési e interpretazione della Torah – Il Sinedrio aveva il compito di interpretare i testi sacri basandosi su principi tramandati da Mosher Rabbenu. A seconda delle opinioni, questi principi sono 13 o 24, e servono a confrontare parole, lettere e pronunce nella Torah per dedurre nuove leggi che non sono esplicitamente scritte nel testo, ma che emergono attraverso il metodo di esegesi stabilito dalla Torah stessa.

  3. Istituzione di nuove tradizioni e decreti rabbinici – Questa è forse la categoria più conosciuta. Si tratta di leggi istituite dai saggi per proteggere i precetti della Torah, evitare trasgressioni o rafforzare la vita ebraica. Alcuni esempi di questi decreti sono la lettura della Meghillà a Purim o la celebrazione di Chanukah. Queste mitzvot non derivano direttamente dalla tradizione orale o dall’esegesi dei testi, ma sono istituzioni rabbiniche che la Torah stessa autorizza i saggi a stabilire in base alle necessità della loro epoca.

Queste tre aree rientravano nell’autorità della Corte Suprema, e ogni ebreo era obbligato a rispettarne le decisioni.

Il ruolo dell’autorità rabbinica dopo la fine del Sinedrio

Dopo la distruzione del Sinedrio e la conclusione del Talmud babilonese, le leggi sono state fissate, e da quel momento in poi è compito di ogni saggio e rabbino applicarle all'interno della propria comunità.

Ciò che è stato accettato all'unanimità fino alla chiusura del Talmud costituisce la base della Halakhah. Tuttavia, con la diaspora e la dispersione del popolo ebraico in diverse regioni, sono nate tradizioni locali (minhagim), che seguono le decisioni delle rispettive autorità rabbiniche.

Infatti, una volta cessata l’autorità centrale del Sinedrio, la halakhah è stata affidata ai saggi di ogni comunità, e ogni ebreo deve seguire le decisioni della propria autorità rabbinica locale. Questo spiega perché esistono diverse usanze e interpretazioni halakhiche: non perché la Torah non sia unica e vincolante, ma perché la sua applicazione è affidata ai saggi di ogni generazione e di ogni luogo.

Il divieto di trasgredire l’autorità rabbinica

Il secondo comandamento di oggi è il risvolto negativo del primo: è vietato trasgredire o rifiutare l’autorità del Sinedrio o dell’autorità rabbinica del proprio tempo.

La Torah afferma chiaramente che non si può deviare "né a destra né a sinistra" dalle decisioni rabbiniche. Questo significa che non è consentito essere né più permissivi né più severi rispetto a quanto stabilito dai saggi.

Il rispetto dell’autorità rabbinica è essenziale per la coerenza e l’unità del popolo ebraico. Anche dopo la fine del Sinedrio, la Halakhah continua a essere applicata in base alle decisioni rabbiniche accettate dalla comunità.

📺 Guarda il video completo su The Italian Rambam Project - episodio 329.

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