Mitzvà del giorno: Il ritorno in Egitto e la guerra

Il primo presagio di oggi è il divieto di risiedere di nuovo nella terra d'Egitto. La Torà vieta il ritorno sulla via dalla quale siamo usciti per non imparare di nuovo da quelle culture immorali e quella civiltà descritta come l'estrema nudità del mondo. È permesso recarsi in Egitto per motivi di lavoro temporanei con ritorno immediato alla propria città d'origine. È anche permesso annettere parti dell'Egitto se queste vengono conquistate dalla terra e dal governo di Israele.
La proposta di pace prima della guerra
Un'altra mitzvà riguarda l'obbligo di proporre la pace prima di iniziare una guerra facoltativa. Il popolo di Israele poteva intraprendere guerre per espandere i propri confini o eliminare minacce, ma sempre precedute da una proposta di pace. Se il nemico rifiutava, si andava in guerra, eliminando tutti i maschi, mentre donne e bambini potevano essere risparmiati. Nelle guerre obbligatorie contro i sette popoli della terra di Israele, in caso di rifiuto della pace, si dovevano sterminare anche donne e bambini, come indicato dalla Torà.
Il trattamento di Amon e Moab
Il popolo di Amon e Moab, avendo negato aiuto a Israele nel suo viaggio, non riceve l'offerta di pace. Tuttavia, se questi popoli la offrono spontaneamente, Israele è obbligato ad accettarla se soddisfa le sue necessità.
Il divieto di distruzione indiscriminata (Bal Tashchit)
La Torà vieta la distruzione sfrenata di qualsiasi bene utile all'uomo. Durante un assedio, è proibito abbattere alberi da frutto, se non per necessità estreme. Questo principio si estende alla vita quotidiana: bisogna rispettare e preservare ogni bene materiale e spirituale, evitando sprechi inutili.
L'igiene nel campo militare
Dio comanda che negli accampamenti militari si crei una trincea per i bisogni fisiologici, mantenendo pulizia e purezza. Ogni soldato deve essere fornito non solo di armi, ma anche di un utensile per coprire i propri bisogni, garantendo il massimo livello di igiene e pudore.