Mitzvà del giorno: Nominare un Re

Oggi ci concentriamo su una delle mitzvot fondamentali che il popolo ebraico doveva compiere all'ingresso in Israele: la nomina di un re. Questo comandamento non solo evidenzia il ruolo spirituale e politico del monarca, ma ci offre anche lezioni su come la nostra vita debba essere guidata dalla Torà, evitando la distrazione dei desideri materiali.
1. Il Comando di Nominare un Re
Il primo progetto di oggi riguarda l'incolorazione di un re. La mitzvà di nominare un monarca, che governerà tutto il popolo ebraico, faceva parte delle tre mitzvot che il popolo ebraico doveva adempiere all'ingresso in Israele. Questo monarca aveva il compito di sconfiggere i nemici, fermare le guerre e le battaglie, e sconfiggere Amalek, il nemico principale del popolo ebraico, per poi stabilire il Beit HaMikdash (Sanctuario), che avrebbe rappresentato la presenza divina nel mondo. Sappiamo che il monarca può essere qualsiasi ebreo, ma non può provenire da una discendenza che non sia quella di re David e Salomone, poiché, al momento in cui Dio scelse questa dinastia, la promessa era che tutti i monarchi discendessero da essa. La qualità del monarca assoluto fu donata a re David e alla sua discendenza.
2. I Comandamenti Relativi al Re
Il re deve essere rispettato con timore reverenziale, e non si può mai contraddirlo. Il re aveva la possibilità di emettere qualsiasi legge che ritenesse giusta, a condizione che non contraddicesse la Torà. La Torà è molto chiara nel dire che chiunque si opponga all'ordine del re è punibile con la morte, se il re lo decidesse. La sua autorità era quindi assoluta, ma doveva sempre essere subordinata alla Torà.
3. Le Limitazioni al Potere del Re
Il re, nonostante la sua autorità, doveva rispettare alcuni limiti per evitare di essere distratto dal suo ruolo.
- Non Avere Troppi Uomini: Secondo i saggi, il re non poteva avere più di 18 uomini nella sua scorta, per non distrarsi dal suo ruolo spirituale.
- Non Avere Troppi Cavalli: I cavalli non dovevano essere accumulati per motivi di vanità, ma solo per necessità, come segno di potenza militare. Se il re desiderava troppi cavalli per piacere personale, questo violava il comandamento.
- Non Accumulare Troppo Denaro: Il re poteva accumulare beni pubblici, come bottini di guerra, ma non per motivi personali. Accumulare ricchezze private avrebbe potuto renderlo avido e distrarlo dalla sua missione di governare spiritualmente.
4. La Motivazione Dietro i Divieti
Il Rambam spiega che questi divieti servivano a evitare che il re fosse distratto dai suoi desideri materiali e rimanesse concentrato sulla sua missione divina. Anche re Salomone, nonostante la sua grande saggezza, cadde in alcune di queste trappole. Questo ci insegna che, anche nei momenti di grande potere, dobbiamo rimanere umili e devoti alla Torà.
5. Le Mitzvot e le Loro Motivazioni
Il Rambam ci insegna che le mitzvot non sempre hanno spiegazioni immediate, ma questo non deve mai impedire di adempierle. Le motivazioni dietro le leggi sono spesso nascoste per assicurarci che obbediamo sempre, senza cercare di interpretarle secondo la nostra ragione. Se sapessimo le motivazioni dietro ogni legge, potremmo essere tentati di ignorare gli aspetti pratici della mitzvà. La nostra fede deve essere costante, anche quando non comprendiamo pienamente il motivo di una legge.