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Parashà Terumà: Dare per Ricevere

Nella Parashà di Terumà, D-o comanda la costruzione del Mishkan, il santuario che accompagnerà il popolo ebraico nel deserto, un luogo dove Egli dimorerà tra loro. Per realizzarlo, ordina che ogni persona contribuisca con offerte volontarie: "Oro, argento e rame, tessuti pregiati, pelli, legni e pietre preziose" (Esodo 25:3-7). Tuttavia, il testo utilizza un'espressione particolare: "E mi prenderete delle offerte" (Shemot 25:2), invece di dire "E mi darete delle offerte". Questo apparente paradosso cela un profondo insegnamento: quando doniamo, in realtà riceviamo molto di più di ciò che diamo.

Il vero significato del donare

La Torà ci insegna che ogni atto di generosità è un investimento spirituale e materiale. Così come un imprenditore investe nel benessere dei suoi dipendenti per ottenere un rendimento maggiore, il nostro dare genera abbondanza e benedizione. La vera ricchezza non è ciò che accumuliamo, ma ciò che condividiamo.

Un santuario per tutti

Un'altra lezione fondamentale è che il Mishkan non fu costruito solo con oro e argento, ma con materiali di vario tipo. Perché D-o, che fa sempre le cose in grande, non ordinò un santuario interamente d'oro? La risposta è chiara: voleva che ogni ebreo, indipendentemente dalla sua condizione economica, potesse contribuire. Anche le offerte più umili hanno un valore infinito davanti a D-o, perché a casa Sua c'è posto per tutti.

Un insegnamento eterno

Questo principio è valido ancora oggi. Ognuno di noi ha qualcosa da donare: tempo, energia, conoscenze, sostegno morale. Non è l'entità della donazione a fare la differenza, ma l'intenzione con cui viene fatta. Quando contribuiamo al bene comune, stiamo in realtà costruendo un santuario dentro di noi, avvicinandoci a D-o e ricevendo la Sua benedizione.

Shabbat Shalom!

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